…E come difendersi da certe Pubblicità Ingannevoli
Buongiorno a tutti,
il post di oggi prende spunto da recenti fatti di cronaca che francamente irritano assai. E ci permettono di tornare a parlare dei pericoli che comporta per i pazienti un utilizzo del mezzo pubblicitario applicato ai trattamenti sanitari e non alla semplice presentazione del lavoro della clinica o dello studio. Pericoli che corrono anche gli stessi operatori. Infatti, parlare di trattamenti sanitari richiede spiegazioni esaustive dei pro e dei contro di qualunque terapia, richiede l’utilizzo di numerosi distinguo. Il mezzo pubblicitario, invece, richiede messaggi concisi per essere efficace. E’ molto difficile, per non dire impossibile, persino se si è in buona fede, non incorrere in errore.
Un primo caso, che ha provocato anche una denuncia all’Autorità antitrust per pubblicità ingannevole e concorrenza sleale, si è verificato un paio di mesi fa ma è giunto agli onori delle cronache solo recentemente in seguito ad una denuncia presentata da un altro istituto concorrente. L’Istituto che è stato accusato di pubblicità ingannevole e concorrenza sleale aveva diffuso su una rete nazionale uno spot televisivo con un messaggio in cui veniva fatto intendere che l’utilizzo di alcune apparecchiature ( microscopio operatorio e laser ) fosse indispensabile e sufficiente da solo a curare una patologia multifattoriale come la parodontite. Peccato che la letteratura scientifica dica ben altro: cito la motivazione della denuncia al solo scopo di evitare a mia volta un errore: “nello specifico tecnico, se da un lato è stato dimostrato che l’energia prodotta da un laser è capace di ridurre la carica batterica, non ha invece dimostrato nessuna utilità dell’utilizzo del microscopio operatorio, in quanto il tartaro sopra e sub gengivale è ben visibile anche ad occhio nudo. Inoltre, è poco plausibile che possa essere effettuata un ablazione del tartaro su tutti gli elementi dentari con detto microscopio, poiché è necessario cambiare posizione di lavoro numerose volte per vedere tutti le superfici dei denti e rimettere a fuoco ogni volta il microscopio…il laser agendo solo su uno dei fattori ( batteri ) e solo durante l’applicazione, non solo non previene la colonizzazione batterica delle tasche parodontali nei giorni successivi, ma non può eliminare nemmeno la predisposizione genetica né altri fattori predisponenti, per cui non è corretto, da un punto di vista nmedico e scientifico, definirla un apparecchiatura in grado di eradicare completamente la patologia”.
Dovremmo aspettare ovviamente il pronunciamento dell’Autority, ma ci vuol poco a prevedere che la denunzia ha colto nel segno. Anche perché l’intento abbastanza evidente del messaggio pubblicitario, nel caso specifico, era evidentemente quello di lasciar intendere che l’Autore possedeva delle tecniche e delle competenze esclusive che altri non posseggono. Peggio ancora, che tutti quelli che non la posseggono non possono curare efficacemente la parodontite, il che è palesemente falso, sia perché esistono altri sistemi tradizionali la cui validità scientifica è la stessa, ma soprattutto perché una cura perfetta al 100% non esiste in alcuna terapia medica. Certo il laser e il microscopio fanno scena e non c’è niente di male ad affiancarli ad altri strumenti, a patto di non farne uno strumento concorrenziale, perlomeno nella forma sovra descritta.
Perché se lo di fa, facendo leva sulla presunta superiorità dei propri trattamenti e strumenti, si dice quasi sempre il falso e si cercano guai.